Per avvicinarsi al vino senza troppe regole, ma con metodo, Luca Gardini ha concepito una sua scheda di degustazione, frutto della distillazione di anni di lavoro in questo settore. Attraverso questo strumento semplice ma completo, ognuno viene guidato alla scoperta delle diverse tipologie e, di fatto, del proprio palato.
Si prendono in esame solo quegli aspetti che sono determinanti per comprendere un’etichetta. La scala di valori con cui valutare il vino, secondo il metodo Gardini, si divide in tre categorie:
Ognuna di queste voci, a sua volta individuata graficamente da uno smile più o meno sorridente, prende in esame quelli che sono, secondo l’esperienza di Luca Gardini, gli aspetti del vino da considerare ogni volta che ci si trova davanti ad un bicchiere.
Con bicchiere di vino alla mano, valutatene innanzitutto il colore concentrandovi su
Con il tempo potrete cercare di capire il vitigno utilizzato e addirittura il grado d’invecchiamento di quel vino, stando attenti alle gradazioni relative alla profondità del colore. Non dovrete avere fretta, conoscere il vino non significa tirare a indovinare con il solo scopo di stupire.
Per comprendere il bagaglio olfattivo di un vino non è necessario roteare il bicchiere come prima cosa. Già a bicchiere fermo un buon vino esprimerà la propria personalità che si potrà descrivere attraverso le macro-categorie della degustazione, ad es. floreale, fruttato, speziato, aromatico, erbaceo, etereo… e attraverso la loro intensità.
Durante l’assaggio potrebbe esserci una coerenza con quanto percepito al naso. Altre sensazioni invece le troveremo solo in occasione dell’assaggio: la sapidità (il sapore del sale) e la tannicità (il senso di astringenza) che si avverte in particolar modo sul finale del sorso. Il sale è un sapore e non una sensazione percepibile al naso.
Questo aspetto, suddiviso in carattere, unicità e stile, è patrimonio di ogni etichetta.
Ultimo parametro da valutare, secondo il metodo Gardini, è la bevibilità di un vino, ossia la forza emozionale e la propensione alla condivisione, che un vino è in grado di trasmettere.
Per capire il sapore di un vino serve innanzitutto sapere che produrlo costa fatica, regala sensazioni a chi lo beve e addirittura emozioni a chi decide di condividerlo con gli altri. Per comprenderlo, bisogna innanzitutto saperlo ascoltare attraverso i propri sensi, a loro volta completati da:
A queste caratteristiche se ne aggiungono altre, maggiormente legate all’assaggio in senso stretto.
Si tratta di:
Per individuare la pulizia di un vino sono necessari soltanto un naso, meglio se il proprio, e un bicchiere di vino. Il vino non deve avere aromi sgradevoli, spesso conseguenze di difetti produttivi.
Non serve tanto tempo per comprendere un vino, basta affidarsi alle proprie sensazioni.
La semplificazione, riguarda il poter comunicare le proprie sensazioni in maniera semplice, secondo le proprie esperienze pregresse, alla luce del fatto che ognuno ha un palato ed una storia differente. Alcuni ad esempio potranno non sapere che profumo abbia un cedro o il fieno, ma tutti quanti sapranno in qualche maniera ricondurre quei sentori ad una sensazione fruttata o erbacea, anche se non meglio definita. Semplificare significa perciò agevolare la comunicazione tra le persone.
Via libera alla comunicazione sensoriale personalizzata e non standardizzata! L’accessibilità del metodo pensato da Luca Gardini permetterà ad ognuno di farsi guidare solo dal proprio palato. Questo fa sì che nessuno si senta, come invece purtroppo accade ancor’oggi, tagliato fuori dal percorso che porta alla comprensione del vino.
Capire significa essere aperti, oltre che dotati di una sana curiosità rivolta alla scoperta.